Monday, February 7, 2011

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Di cose sgradevoli sui libri (2 di 8)

There are two ways of thinking about books. After all, there are at least two ways (as you well know Occam) di ragionare su qualsiasi cosa.

Un libro, come in un racconto di Borges, è un discorso ed un metadiscorso imprescindibilmente uniti l’uno all’altro, come il Caduceo di Mercurio: da una parte il libro come narrazione, linguaggio, idee e sintassi, dall’altra il libro come oggetto. Quest’ultimo punto di vista (POV come direbbero gli sceneggiatori holywoodiani) è il libro come lo conosciamo davvero. Ciò-che-è-dietro-all’apparenza. In queste paginette discuteremo di questo.

Il libro è un oggetto. Un oggetto antico, ma non troppo - visto che, per millenni, la lettura si è svolta su rotoli, e incredibilmente comodo. Chiunque abbia avuto a che fare con le Ferrovie o con a girlfriend or particularly distressed or may testify, a good book, really can save your life without too many side effects. A book has a cover, the printed pages (the invention of Gutenberg is to the mind as gunpowder is to war ...) and, what is never considered in the context of criticism, at a price. A book is an object.

As a blender, a can of fizzy soft drink with added natural flavors, a pair of shoes or a six-pack of hypodermic syringes.

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